L’integrazione, la programmazione, la motivazione e la creazione di PDTA come elementi essenziali per il successo delle organizzazioni sanitarie impegnate nella lotta al Covid19

Si è svolto lo scorso 3 dicembre l’evento online di chiusura del Premio Qualità 2020 – Speciale Covid del Joint Commission Italian Network. Sono state circa 40 le organizzazioni sanitarie che hanno concorso al Premio.

Un processo di selezione ha identificato 4 progetti come più meritevoli sotto il profilo dell’innovazione, della replicabilità e dei risultati conseguiti:

  • Allestimento ospedale da campo finalizzato al ricovero e all’assistenza dei pazienti Covid-19 presso il polo fieristico di Bergamo e successiva riconversione in struttura polifunzionale – ASST PAPA GIOVANNI XXIIII DI BERGAMO;
  • Contact tracing in team e sviluppo di una rete per l’integrazione dei servizi nella gestione dell’emergenza Covid19 – AUSL-IRCCS DI REGGIO EMILIA;
  • “Aiutare chi aiuta.Un progetto di miglioramento a supporto degli operatori sanitari nell’epidemia Covid-19 APSS Trento;
  • II PDTA operativo per il management dei pazienti affetti da Covid-19: progettazione, implementazione e valutazione AOU – Ospedali Riuniti di Ancona.

L’incontro si è aperto con una breve introduzione da parte di Gianluca Lanza del Joint Commission Italian Network, che ha coordinato l’evento, e i saluti di Paula Wilson, President and CEO di Joint Commission International. A seguire, la presentazione dei progetti da parte di Gabriele Pagani (ASST PAPA GIOVANNI XXIIII DI BERGAMO) Massimo Vicentini (AUSL-IRCCS DI REGGIO EMILIA), Elena Bravi (APSS Trento) e Valerio Mattia Scandali (AOU – Ospedali Riuniti di Ancona) che hanno illustrato come le 4 strutture siano state capaci di modificare la propria organizzazione, generando comportamenti in grado di ottenere ottimi risultati.

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Sergio Venturi, Esperto e manager sanitario – Maurizio Amigoni, Esperto di Programmazione sanitaria –  Paolo Cantaro, Direttore Generale Policlinico Morgagni e Antonio Bonaldi, Presidente Slow Medicine hanno approfondito alcune delle condizioni di successo per le organizzazioni sanitarie.
Venturi ha messo in luce la necessità di ascoltare, di imparare per migliorare.  “L’umiltà è una prima caratterizzazione del management” – ha affermato. L’integrazione delle competenze è un fondamento dei processi di miglioramento. Le reti ne sono un esempio, come il caso eccezionale di collaborazione fra la ASST Papa Giovanni Paolo XXIII di Bergamo ed Emergency. “D’altronde, ha aggiunto Bonaldi nel suo intervento sui PDTA, “la specializzazione porta con sé il lavorare insieme”.  Amigoni ha evidenziato come le aziende pubbliche sotto pressione siano state in grado – durante le emergenze – di modificare l’allocazione delle persone per rispondere ai bisogni. “La programmazione è stata capace di generare le condizioni che hanno portato al raggiungimento dei risultati. La responsabilità, la dedizione degli operatori sono stati il fattore di successo”. “La motivazione del personale è elemento essenziale per la qualità in sanità”, ha continuato Cantaro. “Il ruolo della leadership è quello di essere di supporto ai professionisti e agli operatori sanitari.  Mettere la persona al centro è uno dei più importanti fattori di successo delle organizzazioni. Il progetto di supporto psicologico della APSS di Trento ne è un esempio”.

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L’evento si è concluso con l’intervento di Francine Westergaard – Principal Consultant Joint Commission International. che evidenziato l’importanza della resilienza organizzativa come strumento per affrontare la pandemia.

Tutti i progetti presentati sono disponibili e scaaricabili gratuitamente sul sito networkjci.it